Tuscania vol.1
contatti tra ribelli: ne sono testimonianza le lettere che Pasquale
Paoli indirizza a Raimondo Cocchi, dottore in medicina, antiquario del
Granduca, esperto di storia naturale, che Paoli ospita nel 1767 e da cui
spera di trarre lumi per l'economia della sua terra. Cocchi aveva avuto
intensi rapporti con gli agronomi inglesi e di ritorno dalla Corsica
divulgó il libretto Osservazioni di un viaggiatore inglese sopra l'isola
di Corsica, opera dello storico e agronomo John Symonds, una delle più
importanti espressioni del mito inglese del governo di Paoli, in cui si
sosteneva che la Corsica era il paese piú libero, dopo il nostro, che vi
sia al mondo. Cocchi si fa partigiano attivo della causa del Paoli e
mitiga le incertezze granducali, come pure Luca Magnanima, esponente
dell'illuminismo toscano, che nel 1770 pubblica le Lettere italiane
sopra la Corsica, consacrate in gran parte proprio all'azione politica
del Paoli, con it quale era intercorsa una fitta corrispondenza. Per it
Magnanima, nato a Calci in provincia di Pisa, la Corsica rappresentava -
grazie all'amore per la libertà e alla purezza della popolazione, dai
caratteri quasi primitivi - l'unico luogo in cui si era materializzata
una virtù eminentemente montesquiana, capace di coniugare la libertà e
l'uguaglianza di fronte alle leggi. La saggia opera riformatrice di
Paoli, che aveva dato all'isola norme vincolanti tutti i ceti sociali,
senza eccezione né privilegio alcuno, eque istituzioni giudiziarie e un
illuminato sistema educativo, sembrava avere inverato l'ideale
repubblicano, realizzando concretamente l'obiettivo cui mirava il
pensiero illuminista, cioè l'uguaglianza dei cittadini nelle leggi. Da
Livorno veniva infine it musicista Giuseppe Maria Cambini di cui si
narra un breve soggiorno corso come
prigioniero di una banda di
pirati che lo rapì proprio in quel mare colmo di idee e di ideali che si
distendeva tra l'isola e la costa. Quando peró nel 1769 i Francesi
presero possesso anche dell'ultima piazzaforte presidiata dalla
resistenza corsa dopo che Genova, stanca di una lotta che durava da
circa 40 anni, col trattato di Versailles (1768), aveva ceduto alla
Francia i suoi diritti sull'isola, Pasquale Paoli insieme ai compagni
patrioti, prese la via dell'esilio e si rifugió a Londra. Un altro mare e
un'altra isola, in cui Paoli, a contatto con un popolo e uno stato
moderno e pronto ad epocali cambiamenti, ritrova il vigore del passato;
Londra, e l'Inghilterra tutta, non solo lo incantano nel perfetto
equilibrio del paesaggio: non vi sono pianure ne montagne, ma "frequenti
insensibili piacevolissime collinette" dove "la coltura a portata alla
sua perfezione; pure it terreno rientra anche di vantaggio a pascolo per
le eccellenti lane 64110' e inoltre vi sono molte citta ricche peril
commercio e per le manifatture. Ma anche e soprattutto perché "il
carattere del popolo inglese a rumanita e requita (...). La giustija si
amministra incorruttibilmente. Hanno le migliori leggi del mondo e sono
sotto la costitujone di governo Is pi& felice che una superchieria a
quasi impossibile"Pli Attraverso it mare Paoli sembra dunque trovare,
negli anni dell'esilio nell'avanzata Inghilterra, la felicità che aveva a
lungo cercato. Ci vorranno però ancora vent'anni perché questi ideali
umani che Paoli tra i primi aveva riconosciuto come diritti naturali,
prendano la giusta strada per diventare leggi civili. Nel 1790, ad un
anno dallo scoppio della Rivoluzione francese, le sue aspettative si
fanno certezze: spinto dal furore e dal grido della
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