Massimo Rolando Zegna recensisce PRAECONIUM SOLITUNIS su MUSICPAPER
Il cuore di Praeconium Solitudinis ruota attorno al concetto di solitudine, da intendersi non come isolamento o estraniamento, bensì come momento di ricerca e di mutamento. Gatti definisce questa pubblicazione «un racconto dedicato a tutte le anime fragili che lottano». Un racconto che «non parla solamente di quanto si è vissuto e di ciò che ci si ricorda ma anche di quello che si è sognato di vivere e che si immagina di aver vissuto, di quello che si è vissuto male e di come si possa cercare di rappacificarci con noi stessi». Una narrazione basata sulla memoria che «parla del cammino di un artista: della necessità di isolarsi per poter rimanere in contatto diretto con gli ideali che si sono scelti e che non sempre è possibile vivere in mezzo al tumulto del mondo». Una storia che «parla della ricerca della bellezza».
E a emergere su tutto è proprio la bellezza e l’importanza assoluta delle musiche che si ascoltano, ma anche la straordinaria e davvero istruttiva maniera fondata sulla conoscenza storica ed estetica del passato con cui Gatti ce le porge, invitandoci in controtendenza a cercare la forza d’attrazione della musica, il suo “spettacolo”, il suo “virtuosismo”, la sua portata d’insegnamento in ambiti non usuali e non “fisici”: come quelli dello spirito e dell’anima.
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