Aneddoti su Paganini
Niccolò Paganini è il violinista più famoso di tutti i tempi e uno dei pochi musicisti il cui nome è ancora oggi sulla bocca di tutti. Nato a Genova nel 1784, da bambino cominciò ad esibirsi col suo violino e presto si trovò a suonare in Italia, in Austra, in Francia ed in Germania. Il suo nome fu spesso associato al grande virtuosismo strumentale, ma non solo: anche il suo comportamento bizzarro attirò l'attenzione e, probabilmente, contribuì ad accrescere la sua fama.
Uno dei tanti aneddoti tramandatici racconta di un Paganini dodicenne che si presentò alla dimora di Alessandro Rolla a Milano. Rolla all'epoca era uno dei musicisti più importanti in Italia, in quanto Direttore del Teatro alla Scala: il suo nome si potrebbe accostare, oggi, a quello di Riccardo Muti o Claudio Abbado. Grazie a Rolla il Teatro alla Scala acquisì l'importanza che detiene tutt'oggi, attraverso un impegno costante che lo portò, tra l'altro, ad essere il primo direttore ad eseguire le sinfonie di Beethoven in Italia. Ebbene, all'arrivò di Niccolò Paganini l'illustrissimo Maestro era disteso a letto per colpa di una forte influenza e francamente non tanto propenso ad alzarsi per colpa di uno sconosciuto. Mentre la moglie cercava di convincere il Maestro ad alzarsi il giovane Paganini, che aspettava in anticamera, notò un violino aperto e della musica sul leggìo: era un nuovo concerto scritto da Rolla. Non appena Rolla sentì il suo concerto suonato tanto egragiamente chiese chi fosse questo valente musicista e, alla risposta della moglie che era solo un giovine, subito si alzò per controllare e rimase ovviamente strabiliato, tanto che disse: "poco o nulla potrà appprendere di piú di una tal'arte".
Un altro aneddoto riguarda il povero Rolla che cinque anni più tardi, quando Paganini si vantava di poter suonare qualsiasi cosa a prima vista senza neppure conoscerla, gli presentò un suo nuovo concerto composto per l'occasione, che fu impeccabilmente eseguito, per di più con lo spartito accomodato sul leggìo a testa in giù!
Paganini era il violinista perfetto per la sua epoca, il vero violinista romantico: bravo ma soprattutto selvaggio ed esagerato. Spesso durante i concerti rompeva volutamente una o più corde per mostrare la sua abilità anche in situazioni estreme, come per esempio successe a Lucca, quando, per conquistare una giovane donna, lasciò la corda bassa e la corda alta simulando i canti d'amore di un uomo ed una donna. Fosse vissuto in epoca barocca o classica, Paganini sarebbe stato rapidamente relegato ai margini della società, ma nell'Ottocento no, il suo atteggiamento lo rendeva ancora più famoso, ancora più conteso. Anche se talvolta questo stesso comportamento si rivelava controproducente. Come nel caso di una sua esibizione a Torino quando a fine concerto Carlo Felice di Savoia gli chiese di fare un bis e Paganini se ne uscì fuori con la celeberrima frase: "Paganini non ripete". Ebbene, Carlo Felice annullò tutti i concerti a seguire, ma a dir la verità la sua frase si è rivelata assai fortunata.
Stefano Zanobini
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